Editoriale, ‘Medico e Bambino’, 2/2021
Questo tempo pandemico, così eccezionale e così drammatico, ha posto sotto una luce diversa molti aspetti del nostro pensare e agire. Uno di questi riguarda le differenze e le diseguaglianze di genere, accresciute anch’esse, come molte altre disparità, dalla pandemia, e, in questo ambito, il ruolo degli uomini e dei padri. Certo, le donne hanno dovuto sopportare molti ulteriori compiti, e carichi emotivi, tra i quali quelli relativi ai figli (logistici, affettivi, di supporto didattico). Ma anche gli uomini hanno avuto il loro fardello: di responsabilità, di preoccupazione, a volte di disperazione. Molto più spesso del passato confinati a casa, hanno avuto a disposizione un tempo domestico non abituale. Che ne hanno fatto? Si sono dovuti dare un da fare diverso: far fronte alle necessità nuove della famiglia, dare una mano con quelle vecchie: faccende dome- stiche quotidiane, manutenzione, e, per molti, supporto ai figli, presenti anch’essi in casa molto più di prima.
Nelle famiglie, la pandemia con i suoi effetti diretti e indiretti, ha portato, come minimo, a maggiori tensioni, come emerge dalle statistiche sulle violenze domestiche, aumentate significativamente. E non va dimenticato che nel 2020 sono nati “sotto Covid” più di 400.000 bambini, non raramente in contesti ospedalieri appesantiti da regole di distanziamento fisico, spesso immotivato, con e tra i genitori.
Gli ulteriori squilibri e le perturbazioni nei ruoli familiari e di coppia sono quindi da annoverarsi tra gli effetti maggiori della pandemia, anche se meno emersi nel dibattito pubblico: se il Covid ha fatto fare alle donne, a gran parte di esse, un passo indietro nel proprio ruolo, ricacciandole in casa, agli uomini ha concesso l’opportunità di un passo avanti, nella direzione di una presenza familiare più significativa dal punto di vista affettivo e di supporto quotidiano.
In questo contesto, non vi è dubbio che molti bambini hanno avuto un “tempo di padre” mai avuto prima. Come l’hanno utilizzato? E può questo aver fatto qualche differenza? Stiamo apprendendo, dagli studi che si stanno moltiplicando sull’argomento, che il tempo del padre è importante, molto di più di quanto finora immaginato, su due versanti tra loro connessi: quello della coppia e quello dei figli. Abbiamo imparato, ad esempio, che il ruolo paterno è un prodotto più culturale che biologico. Ovviamente la componente biologica c’è, “sta scritta” ma che anche questo “scritto” genetico si lascia modificare dall’ambiente e dalle opportunità che questo offre: ad es., dosando prolattina e ossitocina plasmatica e salivare a 2 e 6 mesi dalla nascita del primo figlio in entrambi i genitori, si scopre che nelle madri si verifica un aumento di ossitocina prima del contatto con il bambino, nei padri invece dopo le interazioni con il bimbo. In sostanza, i papà devono essere “accesi” (triggered) nelle loro fondamenta neuroendocrine, mentre le mamme, patologie permettendo, sono “accese” di default 1. I padri devono realizzare una adozione simbolica del figlio ma questo richiede una interazione, che necessita di facilitazioni: come dimostrano gli studi sui prematuri in cura pelle-a-pelle, i padri che hanno avuto questa esperienza precoce di contatto risultano più sensibili e accudenti. Le implicazioni di una interazione precoce sono importanti: l’Avon Longitudinal Study of Parent and Children ha seguito 6898 padri, evidenziando una correlazione positiva tra il coinvolgimento paterno precoce (affettivo più ancora che di accudimento pratico) e la salute mentale e lo sviluppo sociale dei figli preadolescenti (9-11 anni)2. Le review evidenziano non solo l’effetto positivo del supporto paterno sull’avvio, la durata e l’esclusività dell’allattamento, ma sulla relazione di coppia, sullo stato emozionale materno, sulla relazione padre-bambino, sul senso di autoefficacia paterno e sul supporto del padre alle attività domestiche.3-5
In sostanza, il coinvolgimento dei padri nelle pratiche di cura fin dalla nascita (e prima ancora) si è dimostrato efficace nel rendere i padri più competenti a leggere e a rispondere ai bisogni dei figli, e a far sì che la relazione così costruita nei primi anni permanga anche nelle ulteriori fasi della crescita.
In caso di separazione i padri coinvolti nell’accudimento fin dal primo anno mantengono con i figli un ruolo più attivo e responsabile 6. I padri devono quindi avere tempo e spazio per consapevolizzarsi e “accendersi“, esprimere paure, emozioni e aspettative, comprendere i cambiamenti della nuova condizione, e ricollocarsi sia nel proprio ambiente sociale che nell’ambito della esperienza di co-genitorialità: infatti non è solo la responsività materna e quella paterna, ma la qualità delle dinamiche co-genitoriali precoci che correla con la competenza sociale e scolastica, le capacità autoregolative, l’autostima e la capacità di tollerare frustrazioni e difficoltà nei bambini7. In sintesi, per una co-genitorialità più equilibrata e piena, la donna deve essere più garantita fuori, l’uomo dentro la casa.
Un’attenzione maggiore va quindi posta a riconoscere, promuovere e sostenere il ruolo dei padri, la cui funzione è fondamentale sia rispetto alla crescita e allo sviluppo del bambino sia rispetto al sostegno alle madri in un momento tipicamente critico nelle relazioni come quello della nascita di un figlio. Occorre quindi fornire occasioni lungo tutto l’iter del bambino nei diversi servizi e adeguare le politiche pubbliche, ad esempio estendere ulteriormente il congedo paterno, aggiuntivo e non sostitutivo di quello materno8. Nei servizi sanitari i padri vanno inclusi nei percorsi nascita, nelle visite per i bilanci di salute; vanno invitati, se assenti vanno evocati (“e il papà, che dice…?”), si possono proporre incontri a loro dedicati9. Anche nei servizi educativi c’è parecchio da fare: sia nel senso di facilitare la presenza di entrambi i genitori (anche con la scelta degli orari) sia aumentando le figure maschili tra gli operatori (punto sul quale l’UE ha esplicitamente richiamato l’Italia).
Il mondo che uscirà dal tempo pandemico dipenderà anche da come i genitori sapranno relazionarsi ai propri figli, e, in questo ambito, dal ruolo che i padri sapranno assumere, se tutti noi li aiuteremo a farlo.
Questo scritto riporta alcuni dei contenuti discussi nel Festival “Fin Da Piccoli” 2020, sul tema “Con papà fin da piccoli” (https://vimeo.com/showcase/8047836) organizzato dal Centro per la Salute del Bambino in collaborazione con: Il Giardino dei Padri, Il Cerchio degli Uomini e con il progetto europeo Parent10.
Si ringrazia la Redazione di’ Medico e Bambino’ per il permesso di ripubblicare l’editoriale
Bibliografia
1. Feldman R, Gordon I, Schneiderman I, Weisman O, Zagoory- Sharon O.Natural variations in maternal and paternal care are as- sociated with systematic changes in oxytocin following parent – infant contact. Psychoneuroendocrinology 2010;35(8):1133-41. DOI: 10.1016/j.psyneuen.2010.01.013
2. Opondo C, Redshaw M, Savage-McGlynn E, Quigley MA. Father involvement in early child-rearing and behavioural outcomes in their pre-adolescent children: evidence from the ALSPAC UK birth cohort. BMJ Open 2016;22;6(11):e012034. DOI: 10.1136/bmjo- pen-2016-012034.
3. Sarkadi A, Kristiansson R, Oberklaid F, Bremberg S. Fathers’ in- volvement and children’s developmental outcomes: a systematic re- view of longitudinal studies. Acta Paediatr 2008;97(2):153-8. DOI: 10.1111/j.1651-2227.2007.00572.x.
4. Sihota H, Oliffe J, Kelly MT, McCuaig F. Fathers’ Experiences and Perspectives of Breastfeeding: A Scoping Review. Am J Mens Health 2019;13(3): 1557988319851616. DOI: 10.1177/ 1557988319851616.
5. Abbass-Dick J, Brown HK, Jackson KT, Rempel L, Dennis CL. Peri- natal breastfeeding interventions including fathers/partners: A sy- stematic review of the literature. Midwifery 2019;75:41-51. DOI: 10.1016/j.midw.2019.04.001.
6. Barbagli M. Saraceno C. Separarsi in Italia. Il Mulino, 1998.
7. McHale J. La sfida della cogenitorialità. Raffaello Cortina, 2010. 8. Alleanza per l’Infanzia e EducAzioni. Investire nell’infanzia: pren- dersi cura del futuro a partire dal presente. Novembre 2020 (www.alleanzainfanzia.it).
9. www.conpapa.it; www.ilgiardinodeipadri.com; www.associazionerelive.it.
10. https://www.epicentro.iss.it/materno/progetto-parent.
Giorgio Tamburlini, Centro per la Salute del Bambino onlus, Trieste
Alessandro Volta, Direttore del Programma Materno-Infantile, AUSL di Reggio Emilia